venerdì 13 giugno 2008

Chris Garneau - Interview/Photography



Chris Garneau cantante e compositore americano dall’animo timido e dolce canta canzoni che indugiano nella nostra mente come le scie di condensazione lasciate dagli aerei in un cielo limpido. La voce di Chris passa da un gentile sussurro ad un canto a pieni polmoni da un secondo all’altro. Music for Tourists il suo album di debutto è come un nodo in gola e come lui stesso ironicamente lo definisce è la perfetta colonna sonora da sentire in aereo mentre si sta precipitando nel vuoto.

Quando ti sei accordo di avere una voce così particolare ed hai deciso di diventare un cantante?
Ho iniziato a suonare il piano tantissimo tempo fa quando ero piccolo, ed a cantare a dodici, tredici anni cantando le mie canzoni quando suonavo il piano. Due anni più tardi al liceo ho studiato canto classico per quattro anni. Inseguito ho iniziato a scrivere musica, finché non mi sono reso conto che questo era ciò che volevo davvero fare nella mia vita.

Credo esista una grande differenza tra un turista ed un viaggiatore, mi spieghi come mai hai deciso d’intitolare il tuo album Music for Turists anziché Music for Travellers?
Tutto è iniziato come uno scherzo. Molto tempo fa ho fatto un concerto a Los Angeles in una zona molto turistica di Hollywood e qualcuno mi ha detto: “mi è piaciuto molto il tuo concerto, ma credo che dovresti suonare da qualche altra parte, questa zona è troppo turistica per la tua musica.” Gli risposi per scherzo che quella zona era perfetta perchè la mia musica era per turisti. Poi inseguito ripensando a quel concerto ho ritenuto che fosse stupido e divertente chiamare l’album Music for Turists, perchè come sai il mio album è molto depresso e tragico. Hai ragione un viaggiatore è più brillante di un turista, ma quello che m’interessava era la cognizione del viaggio, il fatto di lasciare per un periodo la propria casa, gli amici, la famiglia per un qualcosa che può essere divertente oppure deprimente e solitario, non si sa quello che puoi trovare.

È sempre per questo fatto dell’ironia che sulla copertina della versione americana dell’album c’è il disegno di un aereo che sta precipitando?
Sì è sempre per lo stesso motivo, la musica perfetta per una catastrofe aerea.

L’artwork della versione europea mi piace molto, come mai hai deciso di cambiarlo?
Il mio amico ed artista olandese Joff ha fatto l’artwork dell’album, e poichè quest’album era uscito negli States più di un anno fa, volevo che avesse un artwork diverso. Non sono mai dell’idea di mettere una mia foto in copertina, non è di mio gusto, non ho niente da dire su chi lo fa, ma io preferisco qualcosa di più concreto, creato apposta da un artista, così che quando lo tieni in mano hai la sensazione di reggere qualcosa d’autentico e speciale, inoltre avere la chance di collaborare con qualcuno che ammiri è favoloso.

Ascoltando il tuo album mi sembra di percepire dei riferimenti musicali ad artisti quali Jeff Buckley e Joanna Newsom, sei d’accordo?
Sono un grande fan di entrambi. Adoro anche la musica degli anni ’50, Nina Simone, Patsy Clein e Nico, ma la più grande influenza musicale nella mia vita, da quando avevo quattordici anni, è stato Elliot Smith.

È per questo che hai deciso di fare una la cover di Between the Bars?
Sì. Adoro quella canzone l’ho sempre suonata. Elliot Smith credo sia stato la prima persona che abbia aperto musicalmente la mia mente ed anche la mia composizione dei testi. Credo che abbia sempre avuto un’influenza costante nella mia vita. Ogni canzone che ha scritto, ogni disco che ha pubblicato è sempre stato importante per me.

Sul palco sembri una persona timida ed introversa, ma conoscendoti di persona l’effetto è totalmente diverso, come ti definiresti?
Di solito all’inizio sono abbastanza tranquillo e taciturno con le persone che non conosco, ma con chi mi conosce bene o con i miei amici faccio abbastanza lo stupido, mi piacciono ridere e scherzare. Per quanto riguarda invece la presenza sul palco non mi piace quando le persone parlano troppo, e poi sono abbastanza timido sul palco, mi piace solo suonare e cantare.

Il video del singolo Relief mi piace un sacco anche la luce ed il cast è molto cinematografico, mi parli di quella esperienza?
Due miei amici hanno girato il video insieme, loro hanno scritto la storia e l’hanno prodotto, a dire il vero io ho fatto poco per quanto riguarda il processo creativo del video, abbiamo scelto insieme la canzone, mi piacerebbe avere più credito per il video, ma alla fine ho solo recitato una parte.

Com’è stato recitare per la prima volta?
Ero abbastanza nervoso, non avevo mai fatto nulla di simile prima di quel momento, ero spaventato e poi è stato uno shooting lungo dodici ore di riprese e tutte le persone che vedi nel video sono state assunte per recitare una parte. Tutto è stato molto professionale come sul set di un vero film.

È una mia impressione o la versione di Relief del video è diversa da quella che si trova sull’album?
Il video è stato girato prima che l’album fosse finito, a dire il vero un anno prima, quindi la versione che abbiamo usato per il video è uno sketch recording per questo motivo la canzone è diversa.

Hai in programma di girare un nuovo video?
Per il nuovo album che uscirà l’anno prossimo abbiamo già girato un video e credo ne gireremo un altro durante l’estate.

Hai già il titolo per il nuovo album?
Credo s’intitolerà Hellenor.

La maggior parte delle tue canzoni sono tranquille e tristi, posso dirti che mi toccano molto quando ti ascolto mi rivelano una maliconica felicità, non hai mai avuto paura di venir frainteso da qualcuno ed essere visto come una persona depressa?
Grazie per quello che hai detto. Sai, credo che quanto si ascolta il lavoro di un musicista, o si legga ciò che una persona ha scritto, si debba sempre tenere presente che le canzoni, le poesie, qualsiasi altra cosa siano soltanto una forma d’espressione di un determinato momento, di un aspetto nella vita di un individuo o ciò che in quel preciso momento vive dentro di lui. Questo non significa assolutamente etichettare una persona solo ed esclusivamente attraverso una piccola parte che c’è data conoscere di un tutto che forse non si conoscerà mai. Quindi se mi fraintendono non è problema mio, ma loro. (ride)

Alcuni cantanti trovano più semplice scrivere canzoni d’amore quando non sono innamorati è lo stesso per te?
Alcune canzoni che ho scritto quando ero innamorato parlavano d’amore in maniera negativa, altre volte invece quando non ero innamorato lo descrivevano in maniera positiva, non saprei credo che vengo ispirato da ciò che mi accade e da ciò che mi circonda, può avvenire in qualsiasi momento. Le canzoni inoltre non sono mai il cento per cento letterali. Nel momento in cui un’idea o un’emozione che ti portano a scrivere una canzone, la maggior parte delle volte poi si trasformano in qualcos’altro, diventano astratti e variazione della realtà. Tutto dipende da una serie di fattori incontrollabili come te stesso, i tuoi sentimenti, le circostanze in cui ti trovi ed il tuo stato d’animo.

Ti riferisci spesso alla morte nei tuoi testi, in frasi come: “I should have killed you myself” oppure “I think about my friend who died”. È un modo per esorcizzarla?
Queste due canzoni a cui ti riferisci hanno davvero un significato letterale, la prima è Sad News e si riferisce ad una persona che avrei voluto uccidere veramente, ma che non ho fatto (ride), la seconda invece è We Don’t Try e parla di un mio amico morto per droga. Non so se le ho scritte per esorcizzare la morte, forse sì non ci ho mai pensato sono nate naturalmente.

C’è qualcosa oltre la musica con cui non saresti in grado di vivere senza?
Senza musica, la maggior parte del mio tempo sarebbe vuoto, posso dirti che la cosa a cui tengo di più oltre alla mia carriera sono la mia famiglia, i miei amici e i miei due gatti. Quando non faccio musica, la cosa che voglio di più è stare con le persone che amo.

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