mercoledì 29 dicembre 2010

Aitor Saraiba - Interview


Giovane artista spagnolo nato nel Patrocinio de San José, nella sua vita ha viaggiato moltissimo con il suo quaderno degli schizzi sotto braccio. Armato di matite, disegna il suo mondo, ciò che vive, chi incontra e chi desidera. Quello che colpisce subito nelle sue opere sono la semplicità dei tratti che mantiene puliti, ingenui come quelli di un bambino, mentre i temi ed i soggetti sono filtrati attraverso l’esperienza di un occhio adulto che rende il duplice aspetto interessante. La spontaneità del suo mondo è quella che solitamente un adulto abbandona, mentre Aitor ha saputo conservarla; onesta come quella che ci caratterizza nella nostra infanzia, ma che crescendo affievolisce.

Hai trascorso una bella estate?
Ho passato un’estate meravigliosa, ho trascorso gli ultimi mesi in una baita in Colorado, nel bel mezzo di una foresta con renne ed orsi.

Mi racconti qualcosa del tuo background?

Ho 27 anni e vengo da un piccolo paesino spagnolo dove non succede mai niente. Quando avevo 12 anni ho iniziato ad ascoltare i Metallica e i Nirvana. Ho lasciato la casa dei miei genitori circa dieci anni fa e non ho ancora un posto fisso in cui vivere. Ho viaggiato tanto tra L.A., il Messico, la Spagna e l’Inghilterra, cercando un posto in cui fermarmi.

Vai sempre in giro con il tuo quaderno degli schizzi o devi trovarti in un posto particolare per disegnare?

Viaggio sempre con il mio quaderno degli schizzi e disegno ovunque.

Guardando i tuoi disegni ti ho immaginato come uno di quei bambini che a scuola disegnavano sempre durante le lezioni, ho ragione?
Sì. Un giorno farò una mostra con tutti i disegni che ho fatto durante le ore di lezione a scuola e credo la chiamerò “ Math Class”.

Che tipo eri alle elementari?
Ovviamente ero lo strano, che ascoltava Heavy Metal e indossava le magliette di Hello Kitty. Era difficile trovare amici.

La tua arte è semplice e forte allo stesso modo, come decidi i soggetti dei tuoi disegni?

Rappresentano la mia vita, sono semplice e provo ad essere forte.

C’è molto sangue e morte nei tuoi disegni...

C’è molto sangue e morte nel mondo ed io non ho paura a parlarne.

I tratti dei tuoi disegni si sono evoluti con gli anni, quando hai deciso che volevi disegnare con questa tecnica?

I miei disegni cambiano, perchè anche la mia vita cambia e spero che sia qualcosa che non si fermerà mai. Non ho deciso di usare questa tecnica, è successo, non saprei disegnare in nessun altro modo se non questo, è l’unica tecnica che possiedo.

Orsi (animali) e orsi (uomini) sono spesso rappresentati nei tuoi disegni, cosa ti piace di questo scenario?
I peli.

Nella tua prima raccolta di lavori hai disegnato cantanti come Bjork, Michael Jackson, Madonna e alcuni soggetti chiave degli anni ’80 come Teenwolf e i Greemlins, me ne parli?

Ho fatto quei disegni quando stavo preparando il mio libro sulle generazioni “Un Pony Muerto” ed ho pensato a cose che erano specifiche per la mia generazione nella cultura occidentale. È stato di sicuro il mio lavoro più pop.

Cosa ti eccita?
Russel Crowe, i racconti di Roberto Bolaño e le persone dal cuore coraggioso.

Trovo interessante che i tuoi lavori siano realizzati in piccolo formato, hai presente quelli che una persona potrebbe fare sui quaderni degli schizzi, pezzi di carta...

Ho viaggiato tanto con pochi soldi, tutto ciò che ho è un quaderno e matite. Non ho mai voluto che i soldi o lo spazio diventassero un ostacolo al mio lavoro.

La tua giornata classica?

Ogni giorno provo a lavorare, mangiare buon cibo, leggere e creare qualcosa.

Qual è il lato che preferisci dell’essere un artista?

Esprimere me stesso nella mia lingua.

Il tuo progetto futuro?

Finire il documentario sul mio vicinato in Spagna e formare una hardcore punk band.

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