domenica 8 aprile 2012

NATHAN VINCENT - Interview


Nathan Vincent, figlio di un pastore nel Midwest, è un artista che crea le sue opere ad uncinetto. Incuriosito dai ruoli di genere sessuale che la nostra società ancora impone e che reputa strano se un ragazzo ha voglia di lavorare all’uncinetto anziché smanettare nel motore della sua macchina, Nathan decide, con questi pensieri, che l’uncinetto sarà il suo mezzo artistico. Crea e sperimenta così la realizzazione di soggetti insoliti per questo tipo di lavorazione, che rispecchiano esattamente la sua realtà; maschere antigas, pistole, spogliatoi, orinatoi e peni. La prima volta che ho visto le creazioni di Nathan ho capito l’unicità delle sue opere, dove oggetti tradizionalmente maschili e virili incontrano il lato femminile della tradizione dell’uncinetto, lanciando una sfida piacevolmente perversa agli stereotipi maschili e femminili.

Ho letto che sei cresciuto come figlio di un pastore nel Midwest, che cosa ricordi di quegli anni? Qual è il tuo background?

Sono davvero cresciuto come il figlio di un pastore! In effetti è stata un'infanzia abbastanza bella. Era molto tranquilla, calma, e facevamo attività molto salutari. È stato allora che ho imparato a fare cose artigianali, e dove il mio interesse per l'arte si è sviluppato in tenera età. Mi ricordo d'essere stato molto felice ed un po' inconsapevole. Ero molto religioso, e un po' represso, ma non ho mai pensato né messo in discussione le regole sociali che sono state inculcate nel nostro cervello, alla fine non conoscevo altro.

Quand'è stata la prima volta che hai visto qualcuno lavorare all’uncinetto? Io da bambino vedevo mia nonna e le sue amiche in giardino, tu?
Non ricordo la prima volta che ho visto qualcuno lavorare ad uncinetto. So che molte signore della parrocchia lavoravano a maglia e ad uncinetto, quindi probabilmente sarà stata una di loro. Ho chiesto a mia madre se sapeva farlo e mi ha insegnato a fare i classici quadrati da nonna. Quello è stato l’inizio di tutto, suppongo che si possa dire così. Ricordi l’esatto momento in cui hai pensato che l’uncinetto sarebbe diventato il tuo strumento artistico? Sì. Stavo facendo visita ad un’amica in California e aveva in giro alcuni uncinetti per ricamare, così ho provato a giocherellarci un po’ facendo un paio d’oggetti tridimensionali, capendo che avrei potuto creare delle sculture in questo modo! Ho ricamato sulle mie tele, credo sia quindi un’estensione naturale di ciò a cui stavo lavorando. Ricordo che anni fa, la prima volta che ho visto i tuoi lavori, sono rimasto senza parole e mi sono detto: “Come cavolo fa a farli? Sono fantastici!”. Amo l’idea di accostare qualcosa prettamente considerato femminile come l’uncinetto a soggetti maschili.

Come sei giunto a questa idea?

Beh, mi è venuta in mente perchè mi sono sempre chiesto come mai non fosse normale per gli uomini creare oggetti artigianali attraverso questo processo. Ho capito che potevo creare delle opere che trattano di questo concetto e coinvolgono lo spettatore su temi quali il permesso dei generi, che poi ha portato ad idee d’intimità, voyeurismo, e vulnerabilità nel mio lavoro più recente.

Credi che tutto possa essere creato ad uncinetto? Qual è la cosa più inusuale che pensi di aver creato con questo mezzo?

Sì. Credo fermamente che tutto possa essere fatto ad uncinetto, se si ha il materiale giusto ed abbastanza tempo, che è sempre la parte più difficile del mio lavoro. Credo che la cosa più inaspettata che abbia creato sia le serie dei falli. Molte persone non si aspettavano di vedere un pene floscio ad uncinetto. Non pareva normale! Gli orinatoi sono al secondo posto come impatto sorpresa, credo.

Hai mai creduto che fosse rischioso mostrare le tue creazioni in pubblico? Voglio dire un uomo che lavora ad uncinetto e che crea certi soggetti? Sai a volte, anche se siamo nel 2012, a me sembra di essere ancora nel 1922...

Non credo di essermi mai sentito a disagio ad esporre un lavoro una volta terminato. Ero a scuola la prima volta che ho iniziato a mostrare i miei lavori ed ho avuto una meravigliosa struttura che mi ha supportato a crescere, non sono mai stato molto nervoso. Credo che il coraggio stia nell'uscire allo scoperto e creare dei pezzi, abbandonando i mezzi tradizionali, e lasciando andare la paura irrazionale che mi avrebbe trattenuto.

Ciò che mi diverte maggiormente nelle tue creazioni è l’umorismo con cui le realizzi, come gli spogliatoi, le docce e gli orinatoi, dove il lato femminile del mezzo incontra il lato maschile del soggetto facendo pensare a riflessioni che si celano al di sotto. Mi sono spiegato?
Si. Sono contento che questo aspetto ti piaccia! Ho deciso di rendere il lavoro sia divertente che concettualmente coinvolgente. Penso che avvicinarsi ad argomenti difficili con umorismo metta le persone più a loro agio nel riflettere su le tematiche presentate. Tutto ciò, può prenderli di sorpresa, ma quando si tratta di una piacevole esperienza, sono disposti a sforzarsi di pensare andando oltre il lato estetico e muoversi verso il concettuale. Questo è eccitante per un artista.

Quanto tempo hai impiegato a creare l'installazione dello spogliatoio?

Ho impiegato oltre un anno per completarlo. Ho anche avuto un assistente per due settimane, e ancora mi sembrava impossibile poterlo completare. Sono così contento del risultato, ne è valsa davvero la pena.

Quando crei un pezzo d’arte pensi a come le persone potrebbero reagire o segui solo i tuoi istinti?
Pensavo sempre a ciò che le persone avrebbero potuto pensare guardando una mia creazione, soprattutto mentre la creavo ma ad un certo punto mi sono reso conto che il farlo mi rendeva nervoso. Temevo che alla gente non sarebbe piaciuto il lavoro o sentisse che era troppo capriccioso e non abbastanza serio. Una volta fatte le mie prime mostre e vedendo che le persone erano affascinate e deliziate dal mio lavoro, sono diventato più sicuro ed ho deciso di provare con pezzi ancora più rischiosi. Ho ancora i miei momenti di dubbio, come capita a quasi tutti gli artisti, ne sono certo, ma attraverso l'incoraggiamento del mio partner, sono in grado di superare quei dubbi e mettere il lavoro lì fuori.

Possiamo dire che giochi con i ruoli sessuali, i simboli di mascolinità e l’omosessualità, ti sei mai preoccupato d'essere frainteso in qualche modo?

Oh sicuramente. Il mio lavoro proviene da esperienze intime e personali. Gli aspetti di vulnerabilità e voyeuristici dello spogliatoio sono scaturiti da come mi sentivo, mentre crescevo, ogni volta che ho dovuto usare uno spogliatoio maschile. Le teste di animali imbalsamati sono emerse dai ricordi che ho di mio zio cacciatore. Gli orinatoi provengono da quel desiderio profondo che avevo da bambino dell’essere grande abbastanza per raggiungerli come i grandi. Non mi sono mai sentito adatto alle attività stereotipate dei maschi, quindi sì, mi sono sentito un emarginato e credo che sia stato proprio questo ad alimentare la mia direzione artistica.

Cosa ti eccita?

Un bel filato pettinato di cotone grosso e biologico(ride). Penso che un uomo che apprezza l'arte e sa vivere l'amore nella sua vita quotidiana sia la cosa più sexy al mondo. Se invece ti riferisci a cosa mi esalta nell’arte suppongo di essere un ragazzo concettuale e mi piacciono molto le sculture grosse.

Il mezzo artistico che utilizzi rende il soggetto in qualche modo comodo ed innocente, anche se ci sono pezzi come le maschere antigas e le armi, che sono più dark, me ne parli?
Penso che sia parte di ciò che rende il lavoro forte. L'idea di togliere potenza a soggetti così forti, rendendoli più femminili ed intimi. Secondo me è questo che rende interessante il mio lavoro, almeno credo. L’uncinetto è anche sinonimo di moda, sono contento che tu mantenga questo strumento all’interno di un contesto artistico, altrimenti avresti trasformato qualcosa di artistico in qualcosa di commerciale. Sei d’accordo? Penso che tu abbia ragione. In quanto l'arte a scopo commerciale non è poi così eccitante. So che gli artisti ne hanno bisogno per fare soldi, sfruttando il loro talento al di fuori del mondo artistico per sostenere la loro "arte" ed è qualcosa di cui sono a completamente a favore. Ma, mi rendo conto delle differenze e credo che i due mondi abbiano valori molto diversi.

Nel 2009 sei stato ospite al Martha Stewart show, ti sei divertito?

E 'stato molto divertente. La TV è un'esperienza interessante, e Martha Stewart è grande, ovviamente. E, da artista, sapere che così tanti occhi hanno visto il tuo lavoro da un'incredibile sensazione di appagamento.

Stai lavorando su altri soggetti? Mi puoi raccontare le tue prossime creazioni?

Ho alcuni disegni in mostra al Museo del Sesso di New York, il lavoro può essere visto su www.replytothispost.com . Sto lavorando su alcune committenze private e appena finito perseguirò qualche nuovo lavoro, qualcosa che avrà a che fare con la forma umana, credo, e anche una serie di pezzi all'uncinetto che includono altri mezzi. Sto cercando di esplorare un po' adesso! Quindi, restate sintonizzati! Aggiornerò il mio sito web www.nathanvincent.com con ogni nuovo lavoro appena sarà completato e da lì è possibile iscriversi alla mia newsletter per rimanere aggiornati.

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